Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.
Gv 15, 1-8
qui il testo: bit.ly/3aUMx7M
RIMANETE IN ME E IO IN VOI
L’origine della parola “felice” è legata al concetto di fecondità: in altre parole, è felice chi porta molto frutto. È la stessa felicità che il Signore vuole per noi, ed è una felicità che non nasce dal nostro dover essere o dover fare qualcosa, ma semplicemente dallo stare in una relazione d’amore.
Se tagliamo il canale della relazione, se non riconosciamo che non siamo noi stessi produttori di amore, ma che abbiamo bisogno in qualche modo dell’altro e dell’Altro, non possiamo che diventare dei rami secchi, incapaci di fruttificare.
Rimanere è il verbo che viene ripetuto sei volte, oggi. Di primo acchito questa parola potrebbe avere per noi una connotazione negativa, che richiama all’immobilismo. Ma nelle parole di Gesù il rimanere è legato a verbi molto dinamici: tagliare, potare, raccogliere.
In questo rimanere è racchiuso tutto il senso del rapporto di reciprocità e di sussistenza che Gesù intende vivere con noi. Gesù ci invita a restare in una relazione. Senza Gesù la nostra vita viene rapita in un vortice di non senso, che poi ci sforziamo inutilmente di riempire.
“Signore, aiutami ad essere tralcio fecondo, nella gioiosa fedeltà ai tuoi insegnamenti.”
don Nino Prisciandaro
Sorgente: <a href="Rimanete in me e io in voi – Vangelo e Vita“>Santa Maria della Stella Terlizzi