Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero.
Gv 18, 1– 19,42
qui il testo: bit.ly/3fvGcDb
ECCO IL NOSTRO DIO!
E ancora siamo qui, meditabondi, attoniti, turbati nel profondo. Perché Dio muore. Davvero! Senza lieto fine, senza “claque”, in compagnia solo di qualche amico rimasto, che non si vergogna di un uomo sfigurato e nudo, che gronda sangue.
Ecco il nostro Dio! Il Dio appeso. Colui che ha amato fino a morirne e che dice a noi, che amiamo spesso per averne un tornaconto, che si può amare fino a questo punto.
Sono spoglie le nostre chiese, e svuotate di ogni bellezza. Dio è morto, appeso, innalzato, donato. Non abbiamo parole. Solo la voglia di buttarci in ginocchio e di sussurrare: Dio grande, Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi!
Immenso Dio che ti doni. Infinito Dio che offendiamo con le nostre piccinerie e le nostre stridenti devozioni! Dio che ti lasci spezzare, travolgere, insultare, sconvolgere. Te proclamiamo Dio, te adoriamo, te seguiamo.
Il tuo amore desideriamo imitare. Daccene la forza!
“Maria, data a noi come madre sotto la croce, prega per me e per tutti i peccatori.”
don Nino Prisciandaro
Sorgente: <a href="Ecco il nostro Dio! – Vangelo e Vita“>Santa Maria della Stella Terlizzi
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