E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti.
Mc 1,14-20
qui il testo: bit.ly/368mEPz
AGGROVIGLIATI NELLE NOSTRE RETI
Le reti sono metafora di tutto ciò che ci ingabbia, che ci blocca. Nel brano di oggi, il tempo della scena sembra scandito proprio dal rapporto con le reti.
Gesù ci chiama per liberarci da quelle “reti” che imbrigliano la nostra vita e da quelle che ormai non funzionano più, ma che non siamo capaci di abbandonare. In realtà non si tratta di lasciare le reti, ma di usarle in modo nuovo.
Gesù non disprezza ciò che i discepoli fanno, non chiede loro di cambiare: sono pescatori e pescatori resteranno. Dio non vuole distruggere quello che siamo, non ci sta dicendo che non siamo OK: “sarete pescatori di uomini” vuol dire che continueranno a essere ciò che sono, ma in modo nuovo, per uno scopo diverso, a servizio di un ideale più alto.
Gesù non distrugge, ma valorizza quello che siamo.
Ma chi non ha il coraggio di rischiare non accetterà mai di lasciare le sue care e vecchie reti. Continuerà a rimanere in superficie, provando ancora una volta a riparare ciò che ormai non funziona più.
“Signore, donami di seguirti oggi, senza paura del domani e senza complessi del passato.”
don Nino Prisciandaro
Sorgente: <a href="Aggrovigliati nelle nostre reti – Vangelo e Vita“>Santa Maria della Stella Terlizzi