“Quando uno è unito a Cristo è una creatura nuova: le cose vecchie sono passate; tutto è diventato nuovo. E questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ha dato a noi l’incarico di portare altri alla riconciliazione con lui. Così Dio ha riconciliato il mondo con sé per mezzo di Cristo; perdona agli uomini i loro peccati e ha affidato a noi l’annuncio della riconciliazione. Quindi, noi siamo ambasciatori inviati da Cristo, ed è come se Dio stesso esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo da parte di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. ( 2Cor 5, 17-20 )
Una delle aspirazioni più autentiche della persona umana è essere veramente libero. Il desiderio di libertà non è un’illusione, ma un’occasione da non perdere. Scopriamo di essere condizionati da vari fattori, e ciò allontana l’illusione di una libertà facile, scontata, assoluta. La nostra libertà è minacciata da un’infinità di stimoli che ci portano spesso fuori strada. Ma non per questo possiamo concludere scetticamente che la libertà è un’utopia e che nessuno può dirsi veramente libero, come spesso si sente dire da chi è deluso, stanco e non disposto a rispondere ad altri appelli. L’appello di Dio che mediante la riconciliazione ci restituisce sempre a noi stessi, pienamente liberi, è strettamente unito all’annuncio della Pasqua. La libertà è la caratteristica che più di ogni altra rende l’uomo simile a Dio.
Dio è sorgente di libertà per l’uomo, come ci insegna la storia del suo popolo, sempre alla ricerca di libertà, in mezzo a tante esperienze anche tragiche (cfr Esodo). La riconciliazione è ancora e sempre esperienza viva di fede, che ci porta ad essere liberi di stringere relazioni autentiche con Dio, con le persone umane, con il creato; giacché il peccato non ha più su di noi quel peso mortale, e la nostra vita è più autenticamente umana.
Nella Pasqua Dio si riconcilia con ciascuno di noi. Noi cerchiamo di non mancare a questo appuntamento.
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