TEMPO DI QUARESIMA

Il cammino quaresimale ci è proposto poggiando non tanto sul nostro agire religioso, spesso fine a se stesso, ma sulla contemplazione dell’uomo Gesù, figlio amato, che si avvia a diventare ciò per cui è stato inviato: inizio dell’uomo nuovo, partendo dalla sosta prolungata nel deserto. Un luogo, a dispetto del nome, popolato e crocevia di relazioni autentiche e importanti. C’è Dio, parola e presenza, che guida, nutre, disseta, rinnova, mette alla prova. C’è l’uomo, fragilità in azione, sempre a ricominciare ad essere fedele alla propria vocazione. C’è chi si infrappone tra Dio e l’uomo, sempre a tessere falsità e menzogna sull’Uno e sull’altro.

Gesù, poco prima presso il Giordano, ha ricevuto l’investitura messianica dall’alto. Ma non si oppone alla volontà che lo vuole nel deserto a prepararsi come Messia umile e obbediente. Tutto, in questo contesto, chiama alla prova l’uomo di Nazaret. E lui non attacca e non si difende; rimane esposto alla fragilità dell’umano, allo spirare del vento di Dio, alle lusinghe e alle pretese del tentatore. Così si consegna all’efficacia della parola, compresa nella sua verità, e concede al Padre di contemplare che davvero ciò che Lui compie è cosa molto buona.

Gesù nel deserto ci dice che Dio è presente e agisce per noi, nonostante le nostre infedeltà e disattenzioni. Ma dice anche che la tentazione è sempre in agguato, e la fede nella parola è attaccata nella sua radice dalla possibilità di ribellarsi a Dio.

Tutti i cristiani vivono la quaresima per imparare a imitare il loro maestro e modello, nell’impegno di conversione interiore e di solidarietà più generosa con chi vive accanto. La forza della voce di Dio scuote gli uomini dal torpore che rischia di non far sentire l’esigenza di rinnovarsi nella mentalità e nelle opere.

L’operatività misericordiosa ha come obiettivo quello di mettere al centro l’altro e non se stessi, e quindi dare il primato a Dio. Si traducono le vie tipiche della quaresima, elemosina, preghiera e digiuno, in una ricchezza di atteggiamenti pieni di disponibilità verso coloro che rappresentano più di altri il Signore da onorare e servire. Lo stile di vita personale, improntato alla sobrietà e alla rinuncia a soddisfare sempre i propri appetiti, può far nascere una capacità nuova di ascolto dello Spirito e di scelte coraggiose di giustizia e carità.

Ritroviamo la forza di credere che le esigenze della Parola di Dio veramente ci consentono di sfuggire alle ambiguità del nostro vivere, soffocati spesso dall’abbondanza di pane per noi, ma non per tutti; assaliti dalle lusinghe del potere che non serve al bene comune; illusi da uno spirito religioso che vuole servirsi di Dio e non servirlo, specialmente nei suoi figli più deboli e fragili.

Ma prima di ogni cosa la quaresima è il dono di Dio, è il tempo per ricevere il beneficio dell’opera di Gesù che ci ha resi giusti.

Sorgente: <a href="TEMPO DI QUARESIMA“>Santi Medici Terlizzi

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